domenica 11 dicembre 2011

Intro ( da Douglas Adams)

Secondo la Guida galattica per gli autostoppisti, la Zona del Disastro. un gruppo rock al plutonio delle Zone Me tali di Gagrakacka. è non solo il gruppo rock più assordante della Galassia. ma anche il rumore più assordante in assoluto che sia dato di sentire a essere vivente, i frequentatori abituali dei concerti di questi musicisti affermano che per avere il sound migliore bisogna stare dentro grandi bunker di cemento situati a circa sessanta chilometri dal palcoscenico.

Quanto agli esecutori stessi, suonano i loro strumenti con comandi a distanza collocati a bordo di un’astronave isolata acusticamente che resta in orbita intorno al pianeta dove si svolge il concerto, oppure più spesso. intorno a un pianeta completarmele diverso. Le loro canzoni nel complesso sono molto elementari e per lo più seguono il classico schema dei “maschietto che incontra una femminuccia sotto una luna argentea, la quale poi esplode per ragioni non sufficientemente chiarite”.

Molti pianeti hanno vietato gli spettacoli di queste star le del rock, a volte per disapprovazione verso il loro tipo di espressività artistica, ma assai più spesso perché il rumore da loro prodotto violava i trattati Locali di limitazione delle armi strategiche.

Questo però non ha impedito alla Zona dei Disastro di guadagnare cifre così astronomiche da oltrepassare i confini dell’ipermatematica pura, e il capocontabile dei gruppo è stato nominato di recente professore di neomaternatica all’Università di Maximegaton.

Questo perché è stato dato pubblico riconoscimento di validità alla sua teoria generale (e anche a quella ristretta) della Dichiarazione dei Redditi della Zona dei Disastro, teoria nella quale egli dimostra che l’intera struttura del continuum spazio-temporale non è semplicemente curva, ma completamente gobba. Ford arrivò barcollando al tavolo dove Zaphod. Arthur e Trillian stavano seduti in attesa di vedere lo spettacolo.


— Ho bisogno di mettere qualcosa sotto i denti

— disse.

— Allora. Ford

— disse Zaphod

— hai parlato con la star del rock?

Ford scrollò La testa, dubbioso.

— Be’ si, in un certo senso gli ho parlato.

— Che cos’ha detto?

— Oddio, mica tanto. a dir la verità Sta...

—SI?

— Sta passando un anno in condizioni di cadavere per sfuggire alle tasse. Bisogna proprio che mi sieda . Si sedette. In quella arrivò il cameriere.

— Volete vedere il menu?

— disse

— o preferite conoscere il piatto del giorno?

— Conoscere?

— chiese Ford.

— Conoscere?

— chiese Arthur

— Conoscere?

— chiese ilillian.

— Va bene

— disse Zaphod.

— Preferiamo conoscere il piatto del giorno.

…………………………………………..

Un grande animale del genere bovino si avvicinò al tavoIo di Zaphod Behlehio. Era grosso, con gli occhi acquosi, piccole corna e sulle labbra qualcosa che poteva assomigliare a un sorriso accattivante.

— Buonasera

— disse, accovacciandosi in terra.

— Io sono il principale piatto del giorno. Vi sono parti del mio corpo che vi interessano particolarmente?

— borbottò e farfugliò qualcosa tra sé, si mise in una posizione più Comoda e osservò Beeblebrox e gli altri con aria tranquilla.

Arthur e Trillian fissarono l’animale stupefatti. Ford Prefect scrollò le spalle, Zaphod Beeblebrox invece lo scrutò famelico. con l’acquolina in gola.

— Forse preferite un pezzo di spalla?

— disse la bestia.

— Un bel brasato al vino bianco?

— Ehm, un pezzo della vostra spalla? — disse Arthur inorridito.

— Ma certo, signore — rispose felice l’animale.

— Non posso certo offrire La carne di un altro.

Zaphod scattò in piedi e cominciò a palpare con aria dl apprezzamento la spalla del piatto del giorno.

— Ma anche il posteriore è ottimo

— mormorò la bestia.

— Ho fatto ginnastica e mangiato un mucchio di creali, perciò c’è tanta buona carne, qua di dietro.

— Emise un lieve grugnito, bofonchiò qualcosa tra sé, ruminò .un po’, poi riprese il discorso, ‘

—O preferite lo stufato al brasato? — chiese.

— Vuoi dire che questo animale vuole veramente che lo mangiamo?

— dIsse Trillian, rivolta a Ford.

— Io? lo non voglio dire proprio niente — replicò Ford, con lo sguardo vitreo.

— Ma orribile!

— esclamò Arthur.

la cosa più .abominevole che mi sia mai toccato di sentire.

— Che cosa c’è che non va, terrestre? — chiese Zaphod esaminando l’enorme deretano dell’animale.

— C’è che non voglio mangiare una bestia che mi sta davanti agli occhi viva e che mi invita a mangiarla

— disse Arthur,

— Ë disumano,

E sempre meglio che mangiare un animale che non vuole essere mangiato

— disse Zaphod.

— Non è questo il punto

— protestò Arthur Poi ci pensò un attimo e disse:

— E va be’, forse è proprio il punto, ma adesso non ho nessuna voglia di pensarci. Perciò mi limiterò a... ehm., a mangiare un piatto di insalata.

— Posso esortarvi-vi a prendere in Considerazione il mio fegato?

— disse la bestia.

— A quest’ora dovrebbe essere tenerissimo e molto nutriente, perché Sono mesi che mi sottopongo a una dieta abbondante e ipervitaminica.

—Un piatto di insalata

— disse Arthur, con enfasi.

— Un piatto di insalata?

— grugnì l’animale, rivolgendo ad Arthur un’occhiata di rimprovero.

— Non vorrete dirmi per caso che faccio male a prendere un piatto di insalata?

— disse Arthur.

— Be’

— disse l’animale

— conosco molte piante d’insalata che non esiterebbero a rispondervi di sì. Ed è proprio per questo che alla fine, per porre un rimedio al problema, si deciso di allevare un animale che volesse veramente essere mangiato e fosse in grado di dirlo chiaramente, senza mezzi termini. Ed eccomi qui. infatti.

Fece un piccolo inchino.

— Allora io prendo un bicchiere d’acqua

— disse Arthur.

— Senti

— disse Zaphod

— vogliamo mangiare, non filosofare. Quattro bistecche di prima qualità, per favore. E ¡n fretta. milioni di ani che non mettiamo qualcosa Sotto i denti.

L’animale si alzò faticosamente in piedi, con un lieve grugnito soddisfatto.

— Un’ottima scelta, signore, se mi Consente. Davvero Ottma Vado subito a spararmi.

Si girò e strizzò l’occhio ad Arthur’ con aria amichevole.

— Non preoccupatevi signore

— disse.

— Sarò molto umano con me stesso.

Si diresse verso la cucina con passo tranquillo. Pochi minuti dopo arrivò il cameriere con quattro enormi bi stecche fumanti. Zaphod e Ford si I)u(taroflo su di esse senza un attimo di esitazione. Trillian rimase irilerdeita, poi scrollò le spalle e atr.accò a mangiare la propria. Arthur fi.cò la sua bistecca con un senso di nausea.

— Ehi, terresti-e

— disse Zaphod, Con un sorriso malizioso sulla faccia che in quel momento non stava ingozzandosi

— ancora qualche dubbio filosofico?

………..

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